vbbnsgtre!

Publié le par maximilian CAPA

c'est cela, oui...

DOVE si scopre che anche i RE scopano male...

congiunzione carnale1
¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤


vedi pure SOMMARIO libro primo:sommario favole) e:1favolesommario)

(VEDI pure SOMMARIO provvisorio LIBRO SECONDO: ........................... )

***

 
FAVOLE GROTTESCHE (LIBRO SECONDO) :
maximilian capa
La lunga morte
di Naso-Lungo Pinocchio
ED ALTRE FAVOLE GROTTESCHE.
***

Prodromi e
vicissitudini varie
d'una regale
congiunzione
carnale.
***
C'era una volta un re....(Non è proprio cosi' che si
dovrebbe iniziare UNA favola?)...

C'era una volta un re. ("Non è proprio cosi' che si dovrebbe
iniziare UNA favola?")...
["Al tempo. Al tempo! AL TEMPOOO!!! Qui si scagazza! Cosa sono queste
intrusioni sconsiderate ed incidentali?!?! CHI si è permesso? Questo quivi
è un operare serio, signore e signori musicisti! Questa è LA PROVA
d'ORCHESTRA d'una FAVOLA GROTTESCA, "une répétition générale", che ce se
lo si dica! Si sia seri e preparati, e metteteci dentro l'ANIMA! Il
violoncello, laggiù, lei signore, siete partito male!" Sbatte la
bacchetta sul "pupitre" furiosamente, ne ha già rotte tre -in questo
modo- in questa settimana di dure prove...
"...Il violoncello, si'! La misura è SOL-FA-FA-MI-FA-SOL-FA-MI-RE-RE!
E la signorina del piffero, lei...siete entrata TROPPO in ritardo nel
gioco, fanciulla mia! Voi penetrate già dal FA-MI-FA, ci siamo BEN
intesi?" Sbatte la bacchetta furioso. Ancora.
"Ma, MAESTRO..."
"Non c'è maestro che tenga, qui! Mi chiami Toscanini, come tutti!"
"Ma, maestro..."
"...Ed il terzo violino, laggiù! Non ci siamo, NON CI SIAMO!...avete
fra le dita l'anima del vostro strumento si' o no? Ripeto: la misura
è SOL-FA-FA-MI-FA-SOL-FA-MI-RE-RE! Si ricomincia! E nessuna intrusione e
nessun falso andare! Non siamo al cinema qui, e neppure a teatro!
Serietà, professionalità. PRONTI! Si ricomincia! DACCAPO! PRONTI?]

[CIACK! SI GIRA!)

C'era una volta un re....
MA quel re non aveva Reame, né Castello, né Sudditi, né Cavallo
Bianco dalla sella di fine legno intagliato ben rivestita di
cuoi e corame alessandrino di Costantinopoli, e neppure una
REGINA di razza vergine mai sodomizzata, tantomeno un Ciambellano,
un Maestro d'Armi vecchio e sdentato, un Esercito o Banda Armata
Organizzata  (B.A.O., brigata rossa), MA proprio niente e niuna
di tutte le belle cose che fanno d'un re un RE pien di carisma.
("MA allora!, che re era questo, senza niente da RE!?" direste
voi, se SOLO ve lo permettessi...)
IL RE possedeva, tuttavia, in proprio, uno scettro di ghisa
ed una corona -che si metteva sul capo, quando occorreva- dipinta
di oro pittorico al minio e vi mancavano i diamanti ed altre gemme
preziose tradizionali -purtroppo- ed era solo malamente cesellata
-purtroppo-, un coso totemico fittizio -insomma- ma mica scherzevole,
serio era e
fortemente simbolico, in attesa di meglio, INSOMMA...
POICHE', QUEL CHE CONTA SONO LE BUONE INTENZIONI... Il Potere si mostra,
per poter essere, sopratutto se è sacro. Se non si mostra non è. Facile
come il latte, no?
Egli era voglioso, in più, di costituire la sua regale
potenza PER TAPPE e con metodo, all'americana, su un territorio
di sudditanza, CON PATERNALISTICA BONOMIA, copiando I MEDICI.
(I Fiorentini, non i medici condotto campestri...)
Pur non disponendo di spada, né di Toledo né aretina, né
lanzichenecca né tatara od osseto-siberiana, (MA solo un
coltellino multilama, una "curtissa", svizzero), egli s'era
fabbricato uno scudo, usando una lastra di metallo barbaro ed incerto
trovata per strada, e lo aveva malamente lavorato, ma ben
cesellato sui bordi e con una croce nera-sangue (tutta svirgolata e
tremolante) a bordo rosso-arancione, posta ben
IN MEZZO -ad indicare la centralità dell'ESSERE.
Ed aveva con sé l'ippopotamo SANCIO (Sanchez?, dipende dagli
storici), il quale serviva al suo diporto, tale un cavallo elefante.
IL suo primo e NOBILE servitore d'importanza -quantunque malato di fegato,
salace ed un pochino indisponente... di tanto in tanto, a giorni
alterni, ma non sempre...
Col suo scudiero fedele ed ironico, e suo "cavallo", il nostro re andava di
terra in terra, in giro, quietamente e non nervoso, per valli e
monti, alla ricerca del SUO reame.
Camminando e camminando, "cavalcando" e "cavalcando", pazientando e
pazientando, cercando e cercando...
Sancio talvolta, tra un pasto magro
e un magro pasto ED UN DIGIUNO, (quando non avevano la buona vena di
poter mettersi in fila fra i barboni, a ritirare "quel che passa il
convento": una minestrina di fagioli troppo salata ed/od un panino al
tonno...), trovava che mancasse loro, crudelmente: "...oltre una
cuciniera, com'era la mia povera mamma... almeno un cavallo o due
asine per poterci spostare colla comodità di base e la celerità e
in un modo razionale, come sarebbe degno di noi, e corretto...", ed il re
trovava, lui, che: "Con la borsa vuota, pure per il nostro
sobrio mangiare, La Nostra Maestà deve contare, (anzi, VI
è costretta!), sulla pubblica solidarietà ed amicizia,
nonché al cristiano gusto comunista verso i RE, IN QUESTI
tempi smodatamente moderni ed eccessivamente egoisti. Non bisogna
sperar troppo, o nobile Sancio, quando si vuole tutto. La biada
non cade dal cielo colla mangiatoia del suo cavallo. E neppure il
cavallo. E non ho ancora digerito la pera acerba che ho qui nello
stomaco...Andiamo avanti, dove il Regno ci aspetta. Poi, lo avremo.
Ah! se tu fosti stato un nobile lavoratore, o Sancio, al posto
d'essere un nullafacente Nobile, potresti oradesso costruirmi una
carrozza, o pure soltanto un biroccino, di legno...Mentre, invece, devo
diportarmi in questo modo, aggrinfiato al tuo dosso, che per fortuna
è vasto e possente..."
E brandiva egli il suo scettro, allora, e lo agitava,
di ghisa pesante e malfatto, scintillante d'ori fasulli
e di malsembianti cristalli "purissimi", di finto vetro, che il suo povero babbo
gli aveva concepito ed artigianato CON CURA durante qualche anno e
qualche giorno, poiché desiderava -da sempre- morire come padre
d'un RE, in una sua determinata pazienza da cocciuto, come solo hanno
i ribaltatori di regimi, gli insani distruttori d'IMPERO, ed i papà di Principi.
Ma, come il figlio re fece osservare al suo scudiero: "Essere
RE non è cosa facile né agevole E COSTA TEMPI LUNGHI."
E -un giorno- un po' stanchetti di girare in giro e in lungo
e in largo, e un tantino delusi dalla forza avversa delle
cose, IL RE trovo' un territorio che gli andava a genio,
stretto, come una figa cinese, ma non troppo, erotico: fra
i monti e il mare. Lo trovo' mica male.
Sali' in montagna, per poterlo guardare
TUTTO, dall'alto, con l'inevitabile Sancio il panzuto, tutto
contento, il quale trovava che: "QUESTA VOLTA ci siamo, Sire!,
proprio: nel centro del bersaglio del Guglielmo Tell,
Vostra Eccellentissima Maestà! Il posto mi pare azzeccato! Lo
si potrebbe chiamare il Regno della MELA di EVA! Vera vallata
dell'EDEN! Figo! Pieno di tante cose! Lo giurerei sul buco di culo
di mia madre e pure di mia sorella!" E scoprirono un colle -IL COLLE
NERO- ben sistemato per tattica e
strategia, fuor di tiro delle autostrade mussoliniane, e vi
discesero ad occuparlo, trovando che si prestasse bene
per la prossima futura costruzione d'un castello o d'una
fortezza regale. E ci mancava un Vauban...certo...e il Machiavelli.
Ma questi tipi arrivano, prima o poi, come le mosche, sul Principe...

(segue...)
¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤

Pour être informé des derniers articles, inscrivez vous :
Commenter cet article